giovedì 17 marzo 2011

Una prima con i fiocchi

Sarà perché il tema della serata era la genetica, che non è solo una questione di geni ma anche di caso - così ci ha spiegato il genetista Edoardo Boncinelli - il 3 marzo, la prima serata della nostra rassegna è andata bene. 130 partecipanti, un dibattito di un'ora, e commenti positivi la mattina dopo. Certo, le premesse erano buone, però in certe situazioni non si sa mai come va a finire. E infatti il giorno del debutto ha nevicato.

Giovedì pomeriggio ha iniziato a fioccare e a fare freddo; era una neve mista ad acqua che verso sera è diventata pioggia e vento. Il tempo perfetto per restare in casa, non per andare al cinema! Eppure, 130 persone hanno scelto di partecipare alla nostra rassegna. 130 persone hanno dimostrato che la volontà può vincere qualsiasi impedimento - e questa era in fondo la morale del film.

In Gattaca il vincitore, di fatto e di nome, è il protagonista: Vincent. Nato in un'epoca in cui l'eugenetica è una pratica diffusa e la società è principalmente composta da individui la cui identità e la propria storia di vita, viene determinata prima del concepimento grazie alla scelta dei  loro geni, Vincent rappresenta la negazione di tutto questo. E' un figlio dell'amore, un individuo concepito senza programmazione genica e perciò imperfetto: ha il 90% di probabilità di sviluppare una malattia cardiaca in età adulta. Vorrebbe diventare un astronauta, ma le sua caratteristiche geniche lo rendono un non-valido. Un non-valido per qualsiasi lavoro in realtà: quale azienda nella società perfetta rischierebbe di assumere un uomo che ha il 90% di probabilità di morire da un momento all'altro? Nessuna, se non un'impresa di pulizie. Per realizzare il suo sogno, Vincent assume l'identità di Jerome, individuo perfetto rimasto vittima di un incidente che lo ha reso paraplegico: suoi saranno il sangue, le urine, i capelli, e il nome.



"Il film è molto ben fatto", ha commentato Edoardo Boncinelli, "ma ci sono elementi che appartengono alla sola fantascienza". Per esempio, l'idea che i geni ci definiscano in maniera deterministica è un errore; nel passaggio tra le informazioni contenute nel DNA e l'espressione delle caratteristiche fisiche e intellettuali effettive di una persona, il caso ha un ruolo importante. Non tutto quello scritto nei geni si realizza. E non tutto quello che può accadere a una persona nella propria vita è scritto nei geni. Una corrispondenza così stretta si ha solo per alcune malattie, dette infatti malattie genetiche (per es. la Corea di Huntington, la Sindrome di Down e l'anemia falciforme). Inoltre, la lettura delle analisi del genoma, che nel film viene rappresentanta semplice quanto la lettura della lista della spesa, è al contrario un'attività che richiede competenze scientifiche di alto livello.

Gli interventi da parte del pubblico sono stati numerosi; alcuni hanno cercato il confronto con il Professore su pratiche biotecnologiche quali il silenziamento genico, che modifica in modo deterministico il DNA evitando  con certezza che un singolo gene possa esprimersi; altri hanno condiviso riflessioni sulla società rappresentata nel film - una società alla ricerca del meglio, che secondo Boncinelli è per alcuni versi simile alla nostra; infine ci si è domandati quanto sia importante la comunicazione corretta della genetica tramite i mass media, per evitare la nascita di cattive speranze o idee sbagliate nella società e il genetista non ha mancato a lamentarsi di un giornalismo scientifico italiano incapace di raccontare la scienza.



 

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