mercoledì 15 dicembre 2010

dimensioni da record

Il cono del nostro dispositivo è un oggetto con dimensioni da record. Non lo scrivo tanto per dire, né per farci più belli di quanto siamo. Fino ad oggi nessun altro è riuscito a costruire un cono con una punta così piccola.  La cosa è unica. Altrimenti Nature Nanotechnology non gli avrebbe dedicato la copertina (così come Assange non sarebbe finito in copertina sul Rolling Stone e Zuckerberg sul Time).

Tanto per farci un'idea delle dimensioni: la punta piatta della mia matita è larga circa 2 millimetri, la punta del cono del nostro dispositivo è più piccola di 10 nanometri. Se volessi rendere la mia matita utile alla nostra ricerca, la dovrei tagliare in un milione di fettine tutte uguali. A parte che un milionesimo di matita non riuscirei a vederlo e nemmeno a prenderlo in mano, un milionesimo di matita non è più una matita, ma grafite che mostra la sua struttura molecolare (con cui potete giocare qui). La matita quindi non va bene, ma il cono sì.

Perché il cono deve avere una punta così piccola? Perché deve insinuarsi tra le molecole di composti come le proteine, in modo da comprendere di che molecole si tratta. In termini tecnici diremmo che ci serve per procurarci uno spettro Raman fortemente localizzato. In termini non tecnici e molto metaforici: ci serve un dito che faccia vibrare le molecole una ad una così da identificarle singolarmente nel gruppo.

Ma, attenzione, il cono non le tocca direttamente, se lo facesse le distruggerebbe. Dalla punta del cono esce una luce molto sottile che induce la vibrazione sulle molecole. Il nostro cono è attraversato da quello che Remo chiama "surface plasmon polariton", e che nella storia del progetto è il fenomeno che ha scaturito in Enzo l'idea iniziale.

Al polaritone dedicheremo un post tutto suo, che se lo merita, ma non oggi.

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