venerdì 17 dicembre 2010

Beauty and the science

Durante il periodo natalizio la programmazione televisiva propone spesso il cartoon della Disney del 1991, Beauty and the beast, ispirato a una fiaba popolare di storia antica e intricata, che racconta l'amore di una giovane figlia di nobile signore per un uomo dalle fattezze mostruose, il quale si scopre essere un principe vittima di un terribile incantesimo. L'amore di Bella riesce a restituire a Bestia il suo vero aspetto così che ... vissero felici e contenti. La morale, ben nota, è che non bisognerebbe fermarsi mai davanti alle apparenze poiché la bellezza è spesso nascosta e va ricercata con la pazienza e la forza dell'amore.
Crane, Walter. Illustration for Beauty and the Beast.
London: George Routledge and Sons, 1874.

Qualcuno penserà che è una storia un po' sdolcinata, poco adatta per ricercatori duri e puri. Gli scienziati  sono persone così insolite che paiono bestie! Ovviamente. Però qualcuno di noi trascorrerà le feste con i propri figli - sì, tra di noi ci sono papà con bimbi piccini - e un po' di dolcezza è d'obbligo. Almeno una volta l'anno. Inoltre la fiaba ci ricorda due grandi scienziati, uno è Ernst Mach, e l'altro è Richard Feynman (quest'ultimo, poi, era considerato molto carino da molte donne).

Mach una volta scrisse di scienza come di un amore struggente tra scienziato e verità: "Lo scienziato cerca la verità; io non so se la verità cerchi lo scienziato. Ma se così fosse, la storia della scienza rassomiglierebbe molto al convegno amoroso che tante volte ispirò poeti e pittori. Un alto muro di cinta chiude un giardino; da una parte di esso il giovine, la fanciulla dall'altra. Il giovine piange e piange la fanciulla. Entrambi aspettano ed entrambi non sanno di essere tanto vicini".

Feynman, invece, scrisse di scienza come di bellezza (e il testo Rosanna lo conserva scritto su un post-it appiccicato alla scrivania): "Ho un amico artista che alle volte dice cose con le quali non sono molto d’accordo. Magari raccoglie un fiore e dice: “Guarda com’è bello”, e sono d’accordo; ma poi aggiunge: “Io riesco a vedere che è bello proprio perché sono un artista; voi scienziati lo scomponete in tanti pezzi e diventa una cosa senza vita”, e, allora penso che abbia le traveggole. Per cominciare, la bellezza che vede lui è accessibile a chiunque e quindi anche a me, credo. Non avrò un senso estetico raffinato come il suo, ma sono comunque in grado di apprezzare la bellezza di un fiore. Per di più vedo nel fiore molte cose che lui non riesce a vedere. Posso immaginare le cellule, là dentro, e i complicati meccanismi interni, anch’essi con una loro bellezza. Non esiste solo la bellezza alla dimensione dei centimetri, c’è anche su scale più piccole, nella struttura interna, o nei processi. Il fatto che i colori dei fiori si siano evoluti per adescare gli insetti impollinatori, ad esempio, è interessante: significa che gli insetti vedono i colori. E allora uno si chiede: il senso estetico dell’uomo vale anche per le forme di vita inferiori? Perché è estetico? Domande affascinanti che mostrano come una conoscenza scientifica in realtà dilati il senso di meraviglia, di mistero, di ammirazione suscitati da un fiore. La scienza può solo aggiungere; davvero non vedo come e che cosa possa togliere."

Non rimane che augurare buone feste a tutti, pensando alla bellezza, alla scienza e all'amore.

Nessun commento:

Posta un commento