martedì 9 novembre 2010

SMD e l'intelligenza collettiva

Spesso le nanotecnologie sono indicate come una scienza rivoluzionaria per gli oggetti che produce e per i cambiamenti economici che può innescare, ma per il Professore Enzo Di Fabrizio, responsabile del settore Nanofabrication all'Istituto Italiano di Tecnologia e leader del progetto SMD, la rivoluzione nanotecnologica sta nel processo di produzione di conoscenza.

SMD Kick-off meeting, Trieste 2009
"Quando ho iniziato a fare ricerca negli anni '80, il gruppo di lavoro era solo tra fisici. Se eri un bravo spettroscopista, bastava. Ora invece non è più sufficiente, per produrre qualcosa di interessante è necessario che il gruppo sia interdisciplinare" spiega Enzo. "Oggi una stessa persona, esperta in un particolare campo, deve anche sapere, seppur con una certa superficialità, più cose, dalla scienza dei materiali alla biologia; deve garantirsi un linguaggio comune con gli altri e comprendere quali aspetti possano essere studiati da altri esperti."
La ricerca in nanotecnologie, come nel caso del progetto SMD, si svolge all'interno di gruppi in cui sono presenti simultaneamente dei curricula differenti: chimici, biologi, fisici medici ecc, così che l'oggetto di ricerca venga visto da più punti di vista. "E' un fenomeno collettivo: la somma di queste conoscenze porta a una conoscenza nuova. E' come avere un'intelligenza astratta che è somma di singole intelligenze".

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